Ceggia - Il Ponte (Totem situato in via Ponte Romano)

Lasciata Iulia Concordia ad oriente, solcato il fiume Livenza nei pressi di San Stino, la Via Annia si dirigeva a sud-ovest verso Altino, attraversando su terrapieni un territorio depresso e a tratti paludoso. A testimonianza di questo particolare tracciato rilevato restano oggi alcuni toponimi quali Levada nel comune di Portogruaro e Prà di Levada, nel comune di Ceggia.

A sud di Ceggia la Via Annia intercettava alcuni antichi rami del Piave, oggi non più esistenti, e li oltrepassava su ponti in pietra. Uno di questi, ancora oggi visibile, serviva per l'attraversamento del Canalat, detto anche Piavon vecchio, un ramo del Piave dall'andamento piuttosto tortuoso.

Il ponte, a tre arcate, venne scoperto casualmente nel 1949, quando vennero alla luce i resti dei due piloni e delle due testate. I piloni si sviluppavano per una lunghezza di circa 8 metri x 1.70, mentre le testate misuravano 6.20 metri x 9 circa. I piloni erano caratterizzati dalla tipica forma a cuneo - sia a monte, sia a valle - funzionale a contrastare l'impeto della corrente e ad evitare la formazione di vortici. Per la costruzione furono utilizzati blocchi di arenaria di provenienza friulana, legati tra loro con malte rinforzate da grappe metalliche. L'intradosso doveva avere un rivestimento in laterizi, alcuni dei quali furono rinvenuti nel corso dello scavo. Gli archi, di cui nulla si conserva, dovevano essere a sesto ribassato. La carreggiata doveva avere una larghezza di circa 6 metri, costituendo una agevole carreggiata a doppio passo.

Superato il corso d'acqua, la Via Annia procedeva verso sud-ovest, con un percorso di cui si conservano oggi molte tracce. Esso è inoltre perfettamente riconoscibile attraverso la fotografia aerea.

Ceggia il Ponte
(foto Archeoveneto © Regione del Veneto, su concessione del MiBAC, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)

 

Totem situato in via Ponte Romano -
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